In questa guida spieghiamo come scrivere una lettera di richiesta aspettativa non retribuita e proponiamo un fac simile di lettera di richiesta aspettativa non retribuita da utilizzare come esempio.
Il modello editabile può essere scaricato sul proprio computer e compilato inserendo le informazioni mancanti nel modo spiegato all’interno della guida.
Indice
Come Scrivere una Lettera di Richiesta Aspettativa non Retribuita
Come sappiamo, la legge ed i CCNL prevedono e regolamentano tutta una serie di situazioni legate all’assenza del lavoratore dal posto di lavoro o, più precisamente, la sua astensione dall’attività lavorativa.
Accanto alle ferie retribuite, vi è anche la possibilità di richiedere, per motivi strettamente personali o familiari, un periodo di astensione durante il quale al richiedente non spetta la retribuzione, questo periodo prende il nome appunto di aspettativa non retribuita.
Importante è sottolineare che in questo lasso di tempo al datore è preclusa la possibilità di licenziare il lavoratore.
Senza entrare troppo nel dettaglio, è bene fare un cenno alle principali fonti normative sul tema: la legge 53/2000, il decreto ministeriale 278/2000 e la legge 20/1970.
Possono richiedere un periodo di aspettativa tutti i lavori dipendenti sia pubblici che privati che si trovino in una situazione di impedimento, difficoltà o disagio, propria o di un parente tale da ostacolare lo svolgimento della prestazione lavorativa.
Nell’arco della sua attività lavorativa, il soggetto ha la facoltà di usufruire di un periodo complessivo di aspettativa non retribuita per un totale di 2 anni, di tale periodo si può usufruire sia in maniera continuativa e sia in maniera frazionata, a seconda delle proprie esigenze.
Anche prima del periodo massimo previsto, vale a dire 24 mesi, il lavoratore può liberamente ed in qualunque momento porre termine al periodo di aspettativa e riprendere l’attività lavorativa, questo deve avvenire nel momento in cui cessano le condizioni di necessità.
Il procedimento per interrompere formalmente tale periodo e ricominciare a lavorare è davvero semplice, è infatti sufficiente darne avviso al titolare o interfacciarsi con il reparto HR dell’azienda.
Il datore di lavoro a cui venga presentata da parte del dipendente una richiesta per usufruire di un periodo di aspettativa non retribuita, non è obbligato ad accettarla passivamente.
Il datore, infatti, può accertarsi circa la reale necessità del dipendente e può rigettare la richiesta se ritiene che non si vi siano motivazioni legittime a sostegno della richiesta o e l’ azienda non può assolutamente rinunciare alla risorsa.
Ovviamente il datore che si trovi a vagliare la fondatezza della richiesta di un periodo di aspettativa deve essere molto scrupoloso in questa fase perché deve compiere delle valutazioni sia nell’interesse della propria azienda e sia nell’interesse del dipendente che, se dovesse ritenere infondato il rigetto, potrebbe aprire un contenzioso o dimettersi per giusta causa.
Come anticipato, il dipendente può godere di un periodo di aspettativa non retribuito in presenza di determinati presupposti.
I motivi per cui può diventare necessario richiedere l’aspettativa sono differenti, si può andare da motivazioni riguardando l’ambito della salute ma anche incarichi ed impegni che di fatto rendono impossibile lo svolgimento contestuale dell’attività lavorativa.
Vediamo quali sono i principali scenari.
-Aspettativa per motivi personali
Un caso particolare di aspettativa, che generalmente appunto non è retribuita, è quello che si configura nel caso di precisi motivi personali.
-Aspettativa per motivi familiari
Il lavoratore che si ritrovi alle prese con gravi motivi familiari che però non integrano gli estremi previsti per altre forme di assenza, può ricorrere al periodo di aspettativa non retribuita.
-Aspettativa per motivi di formazione
Il lavoratore che voglia richiedere un periodo di astensione dal lavoro per completare la sua formazione o per concludere delle attività formative può usufruire di un periodo di aspettativa non retribuita sino ad un massimo di 11 mesi.
Risulta essere importante precisare che questo diritto spetta unicamente ai dipendenti che abbiamo maturato almeno 5 anni di servizio all’interno dell’azienda alla quale si intende richiedere l’aspettativa.
In merito ai dipendenti impegnati in un percorso di dottorato, la situazione cambia a seconda che ci si riferisca ad un ambito pubblico o privato. Infatti, i soli a poter usufruire di un periodi di aspettativa in quanto iscritti ad un percorso di dottorato, sono i dipendenti del settore pubblico. Nel privato resta invece la possibilità di avvalersi di permessi studio pari a 120 ore l’anno non retribuite.
-Aspettativa per svolgere cariche pubbliche
I dipendenti che ricoprono una carica pubblica, si pensi ai parlamentari o ai membri del consiglio regionale, hanno diritto ad un periodo di aspettativa non retribuita pari a tutta la durata del mandato.
Inoltre, in questo periodo il dipendente matura l’anzianità di servizio, non maturano però ferie e TFR.
E coloro che vengono eletti presso un’amministrazione locale? Questi non possono godere dell’aspettativa ma possono chiedere dei permessi retribuiti per lo svolgimento dell’attività in questione, fino a un massimo di 24 ore al mese.
-Aspettativa per svolgere attività di volontariato
Una disciplina peculiare è quella prevista per le attività di volontariato. Sono i CCNL a regolamentare la questione ma, in generale, è prevista l’aspettativa sia nel pubblico che nel privato.
L’eccezione è prevista per le organizzazioni che rientrano nell’elenco delle Agenzie della Protezione Civile. In questo caso, infatti, è la legge a stabilire che il datore deve concedere un periodo di aspettativa di 30 giorni continuativi, sino ad un massimo di 90 giorni frazionati l’anno.
L’aspettativa per volontariato è retribuita solo se l’associazione fa parte dell’elenco nazionale, in questo caso il datore ottiene un rimborso dalla Protezione Civile per la retribuzione prestata.
Concludiamo il discorso andando a vedere come richiedere l’aspettativa non retribuita se ci si ritrova in uno dei casi sopracitati.
In realtà si tratta di un procedimento semplice e veloce che il dipendente può svolgere autonomamente.
Egli infatti deve solo fornire al datore tutta la documentazione utile alla giustificazione della motivazione che determinerà l’assenza dal luogo di lavoro.
Tecnicamente il dipendente procede o inviando una lettera oppure inviando una PEC al datore di lavoro,. In entrambi i casi il datore deve indicare le proprie generalità e l’anagrafica in generale, la posizione lavorativa ricoperta, il periodo di aspettativa richiesto, le motivazioni e concludere con data e firma.
Si allega poi la documentazione di cui sopra.
Fac Simile Lettera di Richiesta Aspettativa non Retribuita
In questa sezione è possibile trovare un modello di lettera di richiesta aspettativa non retribuita editabile e compilabile da scaricare e stampare. Il fac simile lettera di richiesta aspettativa non retribuita presente è messo a disposizione in formato DOC, questo significa che il modulo può essere aperto e modificato utilizzando Word, per compilare la lettera inserendo i dati mancanti come spiegato in precedenza.
Trattandosi di un fac simile editabile, la lettera di richiesta aspettativa non retribuita può poi essere convertita in PDF, se necessario.